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A Carmignano si produceva vino fin dall’epoca etrusca e romana. Alla fine del 1300 il Datini comprava a caro prezzo il Carmignano per la sua cantina in Prato e nel 1685 lo decanta il Redi come vino degno di Giove.
Carmignano fu scelta dal Granduca Cosimo III de’Medici nel 1716 come una delle 4 zone, con Chianti Classico, Rufi-na-Pomino e Valdarno di Sopra, a vocazione viticola del Granducato di Toscana, costituendo il primo esempio di doc al mondo.
Negli anni 30 del secolo scorso, l’antica doc medicea fu inglobata nella doc Chianti Montalbano. Il ritorno alla propria denominazione è merito di Ugo Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana. Nel 1975 fu finalmente riconosciuta la doc Carmignano. Nel 1990 si ottiene la docg.
La presenza di alcuni vitigni un tempo insoliti rendono questo vino ben diverso dal Chianti per precise qualità orga-nolettiche. Per la tradizione orale la presenza del Cabernet fu introdotto nell’uvaggio del Carmignano per desiderio di Caterina de' Medici, quando nel sedicesimo secolo fu regina di Francia: lo confermerebbe lo stesso nome di "uva francesca", ancora in voga tra i vecchi viticoltori.
La docg di Carmignano si estende nei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, all’estremità nordorientale della Toscana. La vicinanza all’Appennino Tosco-Emiliano spiega la particolarità del suo clima: l’altitudine non troppo ele-vata (ca. 200 m. s.l.m.) in estate dà giornate calde, seguite generalmente da notti rinfrescate dai venti che scendo-no dall’Appennino. Tutto ciò crea le condizioni per una buona maturazione, che generalmente è anticipata di una o due settimane rispetto ad altre zone viticole toscane. La piovosità è ben distribuita perché i monti di oltre duemila metri di altezza esercitano anche un’azione di condensa, che normalmente regala qualche pioggia a giugno e a lu-glio, mitigando la siccità. Inoltre il Montalbano, che si innalza verso ovest difende dalle burrasche e dai venti marini. Il lungo periodo vegetativo, le elevate escursioni termiche, la ventilazione dei pendii, le precipitazioni ben distribui-te anche nel periodo estivo hanno permesso di perfezionare, nel corso dei secoli, una serie di pratiche agronomi-che ed enologiche volte alla produzione di un vino rosso da invecchiamento strutturato e al tempo stesso elegante ed armonico con un bouquet fine ed intenso. I suoli sono terreni a libero drenaggio, senza intasamenti o stagnazio-ne di acqua nel profilo, specialmente dopo gli scassi. Di conseguenza sono ben areati, caldi e permettono quindi una buona ripresa vegetativa in primavera.
Il Carmignano è una tra le più piccole DOCG del nostro paese con circa 200 ettari di vigneto. Considerando anche le IGP abbiamo 320 ettari in totale. La produzione nel 2013 è stata di circa 5.653,93 hl (ARTEA) per 16 produttori dei quali 12 iscritti al Consorzio presieduto da Fabrizio Pratesi dell’azienda Pratesi.
Caratteristica del Carmignano DOCG è la presenza di una quantità di Cabernet Franc e/o Sauvignon, che varia se-condo il disciplinare dal 10 al 20%. Il Sangiovese va dal 50% al 90%, poi Canaiolo nero da 0 al 20%, vitigni a bacca bian-ca fino a un massimo del 10%, infine un altro massimo del 10% di vitigni a bacca rossa come il Merlot o Syrah. Il pe-riodo di invecchiamento deve essere effettuato in botti di rovere, rispettivamente per almeno otto mesi per il Carmignano e per almeno dodici mesi per il Carmignano tipologia Riserva. Abbiamo poi le DOC Barco Reale, tipolo-gie Rosato Vin Ruspo e Rosso ed il Vin Santo di Carmignano, ottenuto da Trebbiano, Malvasia bianca e San Colom-bano.
I mercati - Il 40% della produzione viene oggi commercializzato sul mercato italiano, mentre a quello straniero è destinato il 60%. Il Carmignano viene esportato in Francia, Svizzera, Inghilterra, Austria, Belgio, Olanda, Lussem-burgo e nei paesi del nord Europa, Svezia e Norvegia, negli Stati Uniti, in Canada, Brasile e Messico. In forte svilup-po anche il mercato cinese e giapponese.
A Carmignano sono prodotti i seguenti vini: